lcwebmast, Autore presso Poliplast Polistirolo
-1
archive,author,author-lcwebmast,author-1,bridge-core-2.6.5,qode-page-transition-enabled,ajax_fade,page_not_loaded,,qode-child-theme-ver-1.0.0,qode-theme-ver-25.0,qode-theme-bridge,qode_header_in_grid,wpb-js-composer js-comp-ver-6.5.0,vc_responsive

Author: lcwebmast

Il film estensibile è una pellicola plastica, resistente ed elastica utilizzata per proteggere e assicurare unità pallettizzate.

L’estensibile manuale è uno dei prodotti più utilizzati nel settore dell’imballaggio perché, grazie alla sua forza di serraggio, dà maggiore stabilità al carico, è di facile utilizzo e, poiché si adatta alle dimensioni del bancale, è molto versatile.

Poliplast ha a disposizione diversi tipi di film estensibile manuale e, il suo utilizzo, varia in base alla tipologia di merce che bisogna proteggere. Quale film estensibile scegliere, quindi, per la protezione dei tuoi pallet?

Quale film estensibile scegliere: trasparente o colorato?

L’estensibile trasparente permette la visibilità del contenuto caricato sul pallet e agevola la lettura delle etichette, codici e di documenti di accompagnamento.

L’estensibile colorato, di colore bianco latte, è utile per non rendere facilmente riconoscibile il tuo pallet.

Inoltre, Il film estensibile bianco garantisce una discrezione massima, perché nascondere perfettamente il contenuto del pallet e non attira l’attenzione su ciò che è stoccato. Questo trucchetto è molto utile per i prodotti più costosi.

Ecco i nostri formati disponibili:

 

  • Bobine alte 50cm = il prodotto in questo formato è disponibile in colore neutro (trasparente) e bianco latte. Il prodotto è venduto solamente in scatole e, ogni confezione, contiene al suo interno 6 bobine alte 50cm. Il peso di una bobina è di 2,83 KG. Il peso di una confezione è di 17kg circa.

 

  • Bobine alte 12,5cm = il prodotto in questo formato è disponibile solo in colore neutro (trasparente). Il prodotto è venduto in bobine singole alte 12,5cm. Il peso di una bobina è di 2 KG circa.

 

Visita il nostro shop per richiedere la tua bobina di estensibile manuale, oppure contattaci via email a info@poliplastpolistirolo.it

Devi organizzare un trasloco ma non sai come imballare i piatti, bicchieri e prodotti fragili?
Improvvisare non è un’opzione! Trattandosi di oggetti molto fragili, c’è il rischio che si scheggino, o peggio, che si rompano durante il trasporto.
Ecco perché abbiamo deciso di darvi qualche dritta sul corretto imballaggio di prodotti e materiale fragile.

L’utilizzo del giusto tipo di scatola per imballare porcellane, bicchieri e oggetti di vetro durante il trasloco può garantire un trasporto sicuro di questo prezioso carico.

Ma come scegliere il giusto packaging?

 

Consigliamo di cercare e munirsi di scatole cartone resistente e spesso per assorbire gli urti del viaggio e proteggere le stoviglie; oppure munirsi di confezioni e box in polistirolo con uno spessore adatto di almeno 2,5 – 3 cm. Prima di imballare i singoli prodotti consigliamo di adagiare sul fondo della confezione, e sui lati, del pluriball per creare un cuscinetto protettivo tra la confezione e il prodotto.

Ora è il momento di mettere in sicurezza il contenuto!

La regola generale è separare ciascun elemento in modo tale che non subiscano urti e danni durante il trasferimento.

Vediamo come fare passo passo:

  • per prima cosa, utilizzare il pluriball o altro materiale morbido sul fondo della scatola e sui lati come già anticipato;
  • ricoprire i singoli prodotti con un leggere stato di pluriball o altro materiale morbido
  • impilare gli elementi l’uno sull’altro;
  • posizionare le pile sui lati fino a riempire l’intera scatola ;
  • non lasciare spazi liberi nella scatola! Cerca di sfruttare ogni spazio con i prodotti che vuoi trasportare
  • se all’interno della scatola compaiono degli spazi vuoti, riempirli con della carta o ulteriore pluriball;
  • etichetta il lato superiore ed inferiore della scatola dopo averla sigillata; in questo modo saprai sempre qual è il verso corretto di apertura;
  • applicare l’etichetta ‘fragile‘ e mettere da parte la scatola.

In caso di trasloco per brevi distanze invece, potresti anche decidere di utilizzare una valigia come contenitore di alcuni piatti e elementi fragili.

Vediamo come trasportarli in modo sicuro!

Per prima cosa, utilizza abiti in tessuto morbido per sostenere il fondo della valigia.
Avvolgi delicatamente ciascun elemento nel pluriball ma senza stringere troppo, o rischieresti di danneggiarli. Separa i vari “strati” che si andranno a creare, con i vari prodotti, con ulteriore strato di pluriball o con un ulteriore abito morbido.

Per finire, se ti dovessi accorgere che la distribuzione del peso non è corretta in un punto qualsiasi della borsa o della valigia, apporta le modifiche necessarie fino a raggiungere l’equilibrio e la pressione desiderati sugli oggetti all’interno.

Punti chiave:

– Smista le cose di valore! L’ideale è creare confezioni con prodotti dello stesso valore e non alla rinfusa!

– Crea sempre uno strato protettivo tra il fondo e i lati della scatola prima di inserire la merce

– Ricorda di avvolgere sempre i singoli elementi e sigillare le scatole su una superficie piana: eventuali imperfezioni dovute alla mancanza di comfort durante il processo potrebbero causare il danneggiamento della merce

– Una volta posizionato tutto il materiale all’interno delle scatole, lascia solo una minima quantità di spazio libero, poi riempilo con pluriball o carta di giornale.

– Sigilla correttamente la scatola con nastro adesivo dopo aver rifinito lo strato superiore con pluriball ed etichettala come ‘fragile’.

Conclusioni

In questo articolo abbiamo visto come imballare correttamente piatti, bicchieri e oggetti fragili di arredo per il tuo prossimo trasloco. Se dunque sei alla ricerca del giusto materiale da imballaggio visita la sezione “imballaggi” del nostro shop online.

E’ possibile spedire un pacco senza conoscere le dimensioni e il peso?
Non è impossibile, ma diciamo che non è esattamente la scelta migliore.

Il motivo è molto semplice: i costi di spedizione sono vincolati al peso e volume dell’articolo. Quindi, scegliere un pacco delle dimensioni sbagliate non solo potrebbe danneggiare il prodotto durante il trasporto, ma anche rivelarsi una spesa indesiderata (e che si poteva evitare).

Come preparare e misurare un pacco prima della spedizione in tre semplici step.

1) Come misurare un pacco

Ricordatevi che le scatole hanno tre misure fondamentali:

  • la lunghezza, che è la parte più lunga della scatola;
  • lalarghezza, la parte più corta della scatola;
  • l’altezza, che si ottiene misurando la dimensione verticale della scatola.

Quando si prendono le misure di una confezione solitamente si annotano in centimetri anche se, alcuni corrieri, richiedono le misure in millimetri. È importante ricordarsi che, durante la misurazione, bisogna seguire l’ordine: lunghezza x larghezza x altezza. Ci teniamo inoltre a precisare che dobbiamo distinguere le misure interne di una scatola di cartone, che sono le dimensioni utili della scatola e quelle che si possono utilizzare per riporre gli oggetti, e le misure esterne, che sono le dimensioni della scatola una volta chiusa e che interessano il nostro caso.

Infatti queste ultime vengono utilizzate per calcolare le spese di spedizione, poiché i corrieri tengono conto del volume esterno, che è il più grande.

 

E quindi come si misura una scatola da spedire?

Il volume di una scatola è il risultato di lunghezza x larghezza x altezza.

Per calcolare il volume delle scatole le misure più utilizzate sono i centimetri cubi (cm3) e i litri.

 

Vediamo un esempio di come dovrebbe essere calcolato in cm3:

60 x 50 x 30 cm = 90.000 cm3

 

Per calcolare il volume in litri, invece, occorre dividere il risultato per 1.000:

60 x 50 x 30 cm = 90.000 / 1.000 = 90 L

 

A questo punto, sai come prendere le misure di una scatola e, una volta chiarite queste ultime, il nostro consiglio è di non scegliere una scatola troppo ‘giusta’ per il prodotto.

“Perché?” Ti starai chiedendo; è semplice: lasciare tra uno e due centimetri di spazio serve a fare in modo che le dita possano entrare e l’articolo possa essere rimosso facilmente.

2) conoscere il peso del pacco e il peso volumetrico

In genere il peso è il fattore principale che determina la tariffa di spedizione.

Per ottenere un peso corretto, è necessario pesare il pacco con tutti gli articoli e il contenuto imballato all’interno… si sembra una banalità ma va detto! Inoltre se si tratta di un pacco grande, e non disponi di una bilancia adeguata, sappi che è possibile farlo presso una struttura di trasporto o un ufficio postale.

 

A questo punto è probabile che ti stia ponendo una domanda: “È possibile pesare un pacco con una bilancia da cucina o da bagno?”

La risposta è “NI”.

Sarebbe preferibile utilizzare una bilancia postale. La maggior parte delle bilance da cucina viene utilizzata per pesare quantità di cibo molto piccole e leggere, mentre quelle da bagno, invece, sono più adatte a pesare gli esseri umani adulti, quindi potrebbero fornire risultati imprecisi e approssimativi.

 

C’è un altro aspetto da prendere in considerazione: il peso volumetrico.

Quando si spedisce una merce, è essenziale calcolare anche questo valore, poiché determinerà il costo della spedizione.

Questo peso indica lo spazio effettivo che l’imballaggio del prodotto occupa nel mezzo di trasporto ed è un indicatore più importante del peso effettivo.

A volte può capitare di dover spedire pacchi di grandi dimensioni, che occupano molto spazio, ma pesano poco; come ad esempio piccoli oggetti di grande valore che necessitano di un imballaggio protettivo.

In questo caso dovresti calcolare il costo della spedizione in base al peso volumetrico del pacco.

 

Per calcolare il peso volumetrico del pacco devi:

1) moltiplicare la lunghezza X per l’altezza X la larghezza (in cm);

2) dividere il risultato per 5.000.

 

Ecco un esempio pratico.

Devi spedire un pacco che pesa 8 kg, ma le sue dimensioni sono 40 cm x 30 cm x 50 cm.

Quindi:

40 x 30 x 30 x 50 / 5.000 = 12

Il risultato sarà pari a 12 kg di peso volumetrico.

3) reperire il materiale da imballaggio adatto

 

Non è sempre facile trovare il materiale da imballo di qualità… Ma ovviamente noi di Poliplast abbiamo la soluzione che fa al caso tuo!

Poliplast vanta un’esperienza di più di quarant’anni nel settore e abbiamo tutto ciò che ti serve per proteggere i tuoi prodotti: trucioli, patatine, buste, angolari e polistirolo tagliato su misura per ogni necessità!

 

Visita il nostro shop-online per scoprire i nostri prodotti e, se hai necessità di realizzare elementi su misura non esitare a contattarci! Il nostro team sarà lieto di aiutarti a soddisfare ogni esigenza.

POLISTIROLO ESTRUSO O ESPANSO? CARATTERISTICHE TECNICHE DI UN VALIDO ISOLANTE TERMICO

Polistirolo o polistirene? Espanso o estruso? Perché sceglierlo come isolante? Vediamolo insieme!
Conosciuto con il nome di polistirolo, il polistirene è tra i materiali più utilizzati in edilizia per via della sua versatilità e per le prestazioni tecniche.

Polistirolo o polistirene?
Il polistirolo è uno dei materiali più utilizzati in campo edile; questo perché, date le sue caratteristiche, è in grado di isolare termicamente la struttura.
Il polistirolo viene spesso chiamato polistirene generando confusione sul materiale… infatti sono sinonimi! Si tratta dello stesso prodotto!

Quando si parla di polistirene ci si riferisce a un materiale che si ottiene dallo stirene, in seguito a un processo di polimerizzazione; inoltre il polistirene viene differenziato anche in base alla tipologia di produzione: troviamo quindi il polistirene estruso oppure espanso.

 

Differenza tra polistirolo espanso e estruso

Polistirolo espanso o estruso sono due tipologie di materiale con caratteristiche simili tra di loro, ma che tuttavia presentano alcune importanti differenze.

Polistirolo espanso:

Il polistirolo espanso è uno dei materiali più utilizzati per l’edilizia ed anche uno dei più efficaci, in grado di garantire un notevole isolamento termico. Viene anche segnalato con la sigla EPS e si ottiene partendo da piccole sfere di polistirene, le quali verranno messe poi a contatto con del vapore acqueo e pentano, per poi essere compresse in appositi stampi. Il pentano, che per caratteristiche risulta essere insolubile in acqua, viene diffuso all’interno delle sfere.

Il successo del polistirolo espanso è dovuto alla sua grande efficienza ed efficacia, in quanto garantisce all’edificio un ottimo isolamento termico e comfort. Nonostante si tratti di un materiale piuttosto rigido presenta un peso modesto e limitato ed è quindi utilizzato per realizzare pannelli isolanti.

Il suo grande successo è dovuto senza dubbio alle sue caratteristiche:

  • Ottime caratteristiche isolanti termiche
  • Ottima traspirabilità che gli consente di contrastare la formazione della muffa
  • Molto duraturo
  • Assorbe gli urti grazie alla sua elasticità
  • Impermeabile
  • Atossico, leggero e anallergico
  • Riciclabile
  • Compatibilità con cementi e differenti trattamenti
  • Peso ridotto che ne agevola lo stoccaggio e gli spostamenti

 

Polistirolo estruso:

Il polistirolo estruso è a sua volta un materiale estremamente efficace e molto utilizzato per garantire l’isolamento termico; le differenze con l’espanso sono dovute principalmente al differente processo di lavorazione; il polistirolo estruso si presenta come un materiale più compatto e robusto e, per questo motivo, più pesante e meno elastico dell’espanso.

Nonostante garantisca meno comfort e meno facilità di spostamento rispetto all’espanso il polistirolo estruso risulta particolarmente indicato per chi è alla ricerca di un’estetica migliore perché presenta una superficie molto più rifinita e liscia.

Questa tipologia di materiale viene indicata con la sigla XPS; per la produzione dell’estruso i granelli vengono inseriti in un estrusore per poi essere sottoposti a forte pressione per dare vita a delle vere e proprie lastre.

Perché scegliere il polistirolo come isolante per le proprie abitazioni?

Il polistirolo è indicato per isolare in maniera efficace la propria abitazione; in particolare l’EPS risulta essere molto utilizzato anche perché riesce a garantire un ottimo rapporto tra qualità e prezzo. Viene prodotto principalmente in lastre, ma può anche essere tagliato e modellato su misura, e viene utilizzato soprattutto per:

  • Isolare tetti a falde e tetti piani
  • Garantire l’isolamento termico dei solai
  • Isolare pareti verticali in intercapedine e dall’interno
  • Ridurre i ponti termici
  • Isolare il pavimento e soffitti

Quelle indicate sono ovviamente sono alcune aree di applicazione di questo materiale, che grazie al suo ampio impiego e alle sue caratteristiche, viene anche sfittato per realizzare lastre per l’isolamento a cappotto.

Lastre per l’isolamento a cappotto

Quando parliamo di isolamento a cappotto facciamo riferimento a uno dei metodi più comuni in assoluto per isolare abitazioni, edifici e industrie, sia di nuova realizzazione sia già esistenti. Il principale componente dell’isolamento è costituito dall’EPS (polistirene espanso). Il cappotto è infatti composto da lastre in EPS, collante e una rete di armatura.

A cosa serve il cappotto? Le sue funzioni principali sono:

  • Ottima capacità di isolamento termico
  • Protezione contro gli agenti atmosferici
  • Favorisce il risparmio energetico
  • Contribuisce alla riduzione dell’inquinamento
  • Atossico e ottimo alleato contro le muffe

Il polistirolo in edilizia è quindi un eccellente isolante per pareti a cappotto, riscaldamento a pavimento e tetti ventilati. Inoltre è un materiale amico dell’ambiente perché atossico e riciclabile al 100%; garantisce un alto comfort abitativo, oltre che a una forte riduzione degli sprechi energetici con un minore impatto ambientale.

L’isolamento a cappotto con polistirolo viene prodotto utilizzando delle lastre in EPS tagliate a misura, che vengono applicate all’interno del muro e nell’intercapedine. Il polistirolo, oltre a offrire una protezione dal caldo e dal freddo, è traspirante e idrorepellente, perciò è un ottimo rimedio contro la formazione di muffe. La sua resistenza ad agenti patogeni, muffe e umidità rende quindi i pannelli di polistirolo tra i materiali più duraturi; infatti anche a distanza di moltissimo tempo le proprietà isolanti rimangono invariate.

Dall’imballaggio, alle scenografie, passando per le decorazioni all’elettronica: il polistirolo può essere utilizzato per realizzare batterie ricaricabili più efficienti e durature!

Sembra impossibile vero? Ma dopo la scoperta del super-verme che mangia il polistirolo (inserire link precedente articolo) siamo pronti ad accogliere nuove notizie a braccia aperte!

Dovete infatti sapere che, un gruppo di scienziati dell’Università americana di Purdue nell’Indiana, ha messo a punto un metodo per convertire Chips (le classiche “patatine”) di polistirolo in micro-fogli e nanoparticelle di carbonio da utilizzare per gli anodi delle batterie al litio. Una nuova scoperta nel settore “green” che promuove il riciclo di un materiale che, se non viene trattato consapevolmente, può risultare altamente inquinante.

I ricercatori americani hanno presentato i risultati del loro studio in occasione del summit della American Chemical Society.

Trasformando così l’eps in micro-fogli e nanoparticelle di carbonio, gli scienziati hanno ottenuto batterie ricaricabili con una capacità di memoria (durata) superiore a quella della grafite, il materiale più usato per la realizzazione degli anodi. La capacità di accumulare energia sarebbe superiore del 15%.

L’obiettivo è quello di riuscire ad aprire la scoperta all’uso commerciale nel giro di pochi anni.

Il ricercatore Vinodkumar Etacheri spiega “il polistirolo è un materiale leggero ma occupa molto

spazio e i costi del trasporto verso i centri di riciclaggio sono elevati. Al di là del 10% che negli Usa viene riutilizzato e riciclato, il resto finisce in discariche con rischi per l’ambiente per via della presenza di sostanze chimiche” – contenute anche nelle versioni più eco-friendly di queste “sfere” – che possono contaminare gli ecosistemi.

“In una discarica sostanze potenzialmente nocive presenti nelle palline di polistirolo come metalli pesanti, cloruri e ftalati, possono facilmente filtrare nell’ambiente e deteriorare il suolo e la qualità dell’acqua”.

Non più solo spazzatura: il polistirolo si eleva ulteriormente al rango di materiale riciclabile (scopri i nostri precedenti articoli per saperne di più sul riciclo) e vive così un’ulteriore chance; la prossima frontiera, per le batterie, potrebbe essere del polistirolo!

Simile alla larva della farina, ma di stazza superiore, è chiamato anche Superverme per via del suo “super – potere”: mangia la plastica! Per la precisione, sembra essere ghiotto di polistirolo.

I primi a notarlo, qualche anno fa, sono stati un gruppo di studenti filippini di una scuola superiore. Da allora, le larve di Zophobas Morio, sono diventate motivo di studio per via della loro capacità di cibarsi di polistirene. Secondo una serie di nuove ricerche, tra cui quella dell’Università australiana del Queensland, sarebbe possibile sfruttare queste capacità per costruire impianti di smaltimento di plastica.

Il “talento” di queste larve è stato messo alla prova da Chris Rinke e i ricercatori della School of Chemistry and Molecular Biosciences dell’Ateneo australiano. Le larve di Zophobas Morio crescono mangiando una varietà di cose, ma principalmente crusca di frumento e altri cereali.

Come per tutte le larve, il loro ciclo di vita, prevede che a un certo punto formino un bozzolo trasformandosi in pupe, per poi ripresentarsi sotto forma di individuo adulto. Nel loro caso, un coleottero nero. Tuttavia si è scoperto che questo accade se restano isolate mentre, se allevate in grandi gruppi, restano larve e continuano a mangiare.

I ricercatori hanno quindi realizzato un esperimento su tre gruppi di larve; il primo è stato nutrito per tre settimane con crusca, il secondo gruppo solo con polistirolo e il terzo è stato lasciato a digiuno.

Stando ai risultati, presentati in un documento pubblicato nella rivista Microbial Genomics, “le larve che si sono cibate di polistirolo non solo sono sopravvissute, ma hanno anche preso un po’ di peso” – sostiene il coordinatore del team – “questo comporta che i vermi possono ricavare energia dal polistirene, più probabilmente con l’aiuto dei microbi al loro interno”.

I ricercatori hanno utilizzato una tecnica chiamata metagenomica per trovare svariati enzimi codificati che hanno la capacità di degradare il polistirene e lo stirene. Anche se il polistirolo, da recenti studi, sembra possa degradarsi in “appena” un centinaio di anni alla luce solare, loro possono fare lo stesso in pochi giorni.

superverme

E se queste larve sono, stando alle parole di Rinke, come “piccoli impianti di riciclo, che sminuzzano il polistirene con le loro bocche e poi li danno in pasto ai batteri nelle loro pance”, noi possiamo studiarli per creare qualcosa di simile, ma più in grande.


Potremmo infatti sminuzzare il materiale e poi darlo in pasto agli enzimi replicati grazie allo studio del Zophobas morio; facendo così crescere i batteri intestinali in laboratorio per testare ulteriormente le loro capacità di degradare il polistirene e “aumentare questo processo a un livello richiesto per un intero impianto di riciclaggio”, ha affermato Jiarui Sun, dottoranda e seconda firma dello studio.

E cosa resta in fondo a questo processo? Secondo Rinke “i prodotti di degradazione di questa reazione possono essere utilizzati da altri microbi per creare composti di alto valore come le bioplastiche”.

Questa scoperta ci insegna che, dalla natura, possiamo ancora imparare tanto per migliorarci e salvaguardare il nostro ambiente! Non dobbiamo mai smettere di studiare ed accrescere il nostro sapere.

Fonte: https://www.repubblica.it/green-and-blue/2022/06/10/news/supervermi_mangia_polistirolo-353272552/

Con l’inizio della primavera abbiamo inaugurato una nuova rubrica, DIAMO I NUMERI, con l’intento di farvi conoscere meglio noi, Poliplast e le cose che ci succedono quotidianamente. Ogni lunedì, a partire dal 21 marzo fino a …. ogni lunedì sui nostri social Facebook e Instagram abbiamo pubblicato un post simpatico legato a un numero che riguardava il mondo Poliplast.

Ci teniamo a riproporveli anche qui sul nostro sito in modo che rimangano sempre visibili.

Partiamo col primo post, dedicato ai caffè bevuti in azienda.

Inauguriamo oggi 𝗗𝗜𝗔𝗠𝗢 𝗜 𝗡𝗨𝗠𝗘𝗥𝗜, appuntamento settimanale in cui vi sveleremo qualche curiosità sul nostro lavoro e sulle nostre abitudini, così che possiate “curiosare” nel mondo Poliplast.
Ogni settimana vi daremo qualche numero, vedete voi che uso farne, peccato non esista la ruota di Pesaro! 😁
Pronti? Via!
Per qualcuno erano 7000, per noi sono 𝘴𝘰𝘭𝘰 30.
Trenta è il numero approssimativo (arrotondato al ribasso) di caffè presi al giorno da tutti noi. ☕️
Complessivamente eh, non cadauno!
E in azienda da voi? A quanto arrivate?
Secondo post: email ricevute nell’arco di una giornata.

 

Proviamo a immaginare un mondo senza internet. Bisognerebbe ricominciare a spedirci lettere, inviare fax, addirittura TELEFONARE! 😅

 

Per fortuna internet c’è ed è anche parte integrante del nostro lavoro, pensate che in un giorno riceviamo circa 80 e-mail (senza contare lo spam).

 

E in azienda da te, a quanto arrivate?
Terzo post: decorazioni natalizie.

 

Avete mai visitato i mercatini di Natale A Mombaroccio ? Le decorazioni come fiocchi di neve, pupazzi, pinguini e villaggio natalizio (con luci che si illumina di sera) è opera nostra!

 

Si tratta di circa 150 sagome in polistirolo ed è il nostro record come numero di elementi natalizi realizzati, in un unico ordine. 🎄 🎅 ❄️ ⛄️

 

ps: che strano vedere una grafica natalizia ad Aprile! 😅
Quarto post: passi.

Smartwatch alla mano… quanti passi fate mentre siete al lavoro?

Probabilmente chi lavora al pc arriverà a sera con un numero bassino sul contapassi… noi di Poliplast in media finiamo la giornata lavorativa con un totale di 9000 passi circa!

Non male, eh?

Quinto post: dipendenti.

Un altro appuntamento con la rubrica che vi farà scoprire qualche curiosità sul mondo Poliplast.

➡️ Da quanti dipendenti è formata Poliplast? 8!

 

Se vuoi conoscerci meglio puoi rileggere questo articolo uscito qualche mese fa. ⬇️

 

Sesto post: elementi in serie.

 

Oggi per la rubrica 𝗗𝗜𝗔𝗠𝗢 𝗜 𝗡𝗨𝗠𝗘𝗥𝗜 vi sveleremo il maggior numero di elementi in polistirolo creati, trattati e dipinti a mano da noi di Poliplast: sono 𝟭𝟬𝟴 e si tratta dei pouf tricolore utilizzati in Piazzale della Libertà dal Comune di Pesaro.

 

Se sei curioso puoi rivederli qui ⬇️

 

Settimo post: telefonate.

 

Quante volte squilla il telefono in una giornata qui in Poliplast?
Tante, troppe volte!
Rispondiamo a circa 70 chiamate giornaliere, tra clienti, fornitori e… call center! 😅 
Ottavo post: forma in polistirolo più pesante.

 

Qual è stata la forma personalizzata più pesante che abbiamo mai realizzato?

 

E’ stato creato per un matrimonio ed era un arco colorato, trattato con supporti per manifestazioni ed eventi per un totale di 27kg.

 

Puoi vedere il risultato qui: https://fb.watch/ceIIRH9H2y/ 
Nono post: forma in polistirolo più pesante.

 

Le cose non vanno sempre bene qui in Poliplast (ma dappertutto, eh!) e a volte succede che un macchinario, o una parte di esso, si danneggi.

 

Fortunatamente capita di rado, ma quando capita, quelle 2/3 volte all’anno, sono 𝑐𝑎𝑣𝑜𝑙𝑖 amari e si scatena il panico! 😅

 

E in azienda da te, fila sempre tutto liscio?
Decimo post: computers.

Continuiamo a dare i numeri* e oggi è la volta del 𝟭𝟬.

𝗗𝗶𝗲𝗰𝗶 sono i computer coi quali lavoriamo ogni giorno, tra uffici, magazzino e produzione.
*Giocateli pure al lotto e se vincete dedicateci almeno un brindisi!
Cheers! 🥂 
Undicesimo post: cancelleria.
Ultimo post di questa rubrica. 
Quanti evidenziatori consumiamo nell’arco di un anno? Circa 50: siamo in 8, mediamente finiamo un evidenziatore in 2 mesi.
Ogni tanto ne sparisce qualcuno, ma questa è un’altra storia.😅 
Anche in azienda da te sparisce magicamente la cancelleria? 😆