Poliplast Pesaro, Autore presso Poliplast Polistirolo
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Author: Poliplast Pesaro

Le 3R: Riduci, Riutilizza, Ricicla

Riduci, Riutilizza, Ricicla: queste sono le tre parole del ciclo di vita sostenibile dei prodotti, perché aiutano a ridurre la quantità di rifiuti che produciamo.

Non è impossibile mettere in pratica lo schema. Bisogna solo apportare un piccolo cambiamento al nostro stile di vita quotidiano.

  • Ridurre la quantità di rifiuti che produciamo.
  • Riutilizzare gli oggetti il più possibile prima di buttarli e sostituirli.
  • Riciclare gli oggetti quando è possibile.

L’utilizzo delle 3R sopra indicate aiuta la conservazione delle risorse naturali, riduce la quantità di spazio necessaria destinata alle discariche per lo smaltimento dei rifiuti.

Evitano quindi l’acquisto di articoli superflui e monouso, prediligiamo tutti quei materiali che si possono utilizzare più di una volta e smaltiamo i rifiuti negli appositi centri di riciclaggio.

Come ridurre la quantità di rifiuti?

La prima “R” riguarda la creazione di meno rifiuti. È alla base del principio delle 3R perché , se ci sono meno rifiuti, ce ne sono meno da riciclare o riutilizzare.

Ecco alcuni modi in cui possiamo farlo:

  • Acquistiamo solo ciò di cui abbiamo veramente bisogno
  • Scegliamo prodotti con meno imballaggi superflui
  • Acquistiamo, quando possibile, all’ingrosso
  • Cerchiamo elementi che possiamo riutilizzare, anche in maniera creativa

Ridurre la quantità di rifiuti che tutti noi produciamo è un ottimo modo per avvantaggiare l’ambiente.

Come riutilizzare quello che abbiamo?

La seconda “R” spiega come possiamo riutilizzare determinati elementi (idealmente più volte) prima di sostituirli, anche per un uso diverso da quello per cui sono stati pensati.

Ecco alcune idee:

  • Riempiamo una bottiglia d’acqua con l’acqua del rubinetto, invece di correre ad acquistarne una nuova.
  • Aggiorniamo i nostri computer e smartphone invece di buttarli.
  • Ottimizziamo l’utilizzo dei sacchetti di plastica, utilizzandoli il più possibile, e buttiamoli solo quando sono rotti nel bidone della plastica

Come riciclare i prodotti che uso?

La terza “R” fa riferimento alla sicurezza di separare gli elementi che possono essere riciclati e quindi destinati a un nuovo scopo. Riciclare qualcosa significa che sarà nuovamente trasformato in un una materia prima che potrà essere plasmata in un nuovo oggetto. I materiali che possono essere riciclati includono:

  • Carta
  • Vetro
  • Alluminio
  • Plastica

Prima di buttare nel cestino qualcosa, chiediamoci se tutto o una parte dei materiali che lo compone potrebbe essere riciclata. Ad esempio, sapevi che i componenti del tuo vecchio computer, smartphone e tablet possono essere riciclati per creare nuovi componenti?

 

I vantaggi delle 3R?

  • Poiché ci sarà una significativa riduzione della quantità di rifiuti gettati nell’ambiente, diminuiscono anche le possibilità di diffusione delle tossine.
  • L’obiettivo delle 3 “R” è ridurre l’uso di nuove risorse ed energia, facendo un uso più efficiente delle risorse esistenti.

 

Esiste quindi una quarta R?

Si, certo che esiste! La “R” di “Recupera” si aggiunge alle tre precedentemente indicate. “Recupera” fa riferimento al modo in cui recuperano materiali o energia dai prodotti di scarto. Ad esempio, la decomposizione dei rifiuti produce gas metano, che può essere recuperato e bruciato per produrre energia.

 

Conclusione

Il principio delle 3R – Riduci, Riutilizza, Ricicla – serve a ridurre al minimo la quantità di rifiuti che produciamo, riutilizzare i prodotti il più possibile e ricordare di riciclare tutti i materiali che possono essere utilizzati per un nuovo scopo.

Qualche mese fa abbiamo creato una rubrica sui nostri account social in cui, tramite brevi reels, abbiamo presentato tutta la gamma dei nostri prodotti: dai prodotti per imballaggi, al polistirolo per edilizia, dalle decorazioni per pasticcerie alle sagome per vetrinistica.

Il nostro Diego, tecnico e operatore CNC, ma anche responsabile Marketing & Social media marketing si è messo in gioco e ha creato dei Reels esplicativi dove mostra i prodotti in questione e racconta in breve ciò che possiamo fare per te!

Ti abbiamo messo un po’ di curiosità? Allora buona visione 🙂

Riempimenti per spedizioni sicure

Estensibile manuale

Scatole salvaspazio personalizzabili

Seminiere in polistirolo e floricoltura

Portabottiglie, cantinette e contenitori per miele e confetture

Film ed estensibile manuale

Bobine, aircap, pluriball, polietilene e cartene

Buste per minuterie e PLT

Per avere info più dettagliate potete contattarci allo 0721 491969 oppure tramite email info@poliplastpolistirolo.it

Cosa significa imballaggio primario e qual è la differenza rispetto al secondario e al terziario?

 

Spesso confondiamo il packaging (confezione) primario e quello secondario, perché la differenza è molto labile, e una spiegazione poco chiara rischia solo di generare ulteriore confusione.

Cercheremo dunque di fare maggiore chiarezza in merito in questo articolo.

— Differenza tra imballaggi primari, secondari e terziari —

Concetto di imballaggio e funzioni in un magazzino

Il concetto di imballaggio fa riferimento agli elementi che proteggono le merci per il loro trasporto, stoccaggio e movimentazione.

Durante i processi della catena di fornitura, i prodotti sono quindi esposti a una serie di potenziali rischi che l’imballaggio deve ridurre al minimo.

I rischi possono essere dovuti a condizioni ambientali, a errori di movimentazione, al deterioramento dello stoccaggio o ad altro, come furti e rapine. Questi rischi possono variare in modo significativo a seconda del tipo di carico stoccato.

Le principali funzioni di stoccaggio nella catena di approvvigionamento possono quindi essere riassunte in quattro punti chiave:

1) proteggere le merci in tutte le fasi della catena;

2) facilitare la movimentazione dei prodotti con un corretto raggruppamento;

3) comunicare le caratteristiche delle merci per garantirne la giusta movimentazione;

4) l’imballaggio ha anche la funzione di comunicare e fidelizzare il cliente finale, promuovendo l’immagine del marchio dell’azienda.

Imballaggio primario

L’imballaggio primario è quello che entra in contatto diretto con il prodotto stesso! Ma facciamo un esempio concreto prendendo in analisi una confezione di cereali;

Stando alla definizione data, una scatola di cereali non è considerata un imballaggio primario ma il sacchetto all’interno della scatola sì, perché è la parte che contiene effettivamente il contenuto della scatola. Se i cereali fossero contenuti direttamente nella scatola, potrebbero con facilità diventare stantii e venire alterati da fattori esterni, il che potrebbe degradarne il gusto, la consistenza e la struttura. Il compito principale dell’imballaggio primario è dunque proteggere e conservare il prodotto all’interno.

Utilizzando l’esempio dei cereali di cui sopra, l’imballaggio primario comprende, in realtà, non solo il sacchetto in cui sono contenuti i cereali, ma anche la scatola in cui il sacchetto è conservato.

 

Possiamo definire imballaggio primario il packaging con il quale il prodotto viene normalmente acquistato.

Sono considerati imballaggi primari:

  • cartoni del latte;
  • lattine di birra;
  • bottiglie di plastica per detersivi;
  • sacchi per l’imballaggio del calcestruzzo;
  • scatole di cartone per mobili.

Imballaggio secondario

L’imballaggio secondario viene utilizzato per raggruppare una certa quantità di prodotti in un’unità facile da identificare, con lo scopo di poterli rintracciare più facilmente.

Le spedizioni di prodotti più piccoli vengono spesso effettuate utilizzando l’imballaggio secondario.

L’imballaggio stesso può essere composto da diversi pezzi singoli, tra cui:

  • la scatola;
  • l’imbottitura interna;
  • i separatori di prodotti;
  • i rinforzi per evitare lo schiacciamento o l’ammaccatura della scatola;
  • etc, etc

Per la maggior parte delle persone, l’imballaggio secondario è ciò che viene in mente quando si pensa all’imballaggio vero e proprio. Tutto, dalle confezioni di marca per l’e-commerce che si ricevono per posta alle scatole personalizzate che tappezzano gli scaffali di un negozio al dettaglio, fa parte del livello di imballaggio secondario.

 

Riprendendo l’esempio dei cereali: l’imballaggio secondario è la scatola che contiene l’insieme di scatole di cereali personalizzate, da immagazzinare in un deposito, prima di andare sugli scaffali dei negozi.

 

Esistono anche dei casi dove, l’imballaggio primario e quello secondario, si “uniscono” (sovrappongono) per attirare l’attenzione del consumatore!

Ad esempio, i negozi spesso ricevono dei DVD all’interno di una scatola che funge anche da espositore. La scatola serve come imballaggio secondario per proteggere l’articolo, ma anche come imballaggio primario per la vendita al dettaglio per attirare l’attenzione del consumatore, anche se la custodia del DVD è il modo in cui il film viene consegnato al consumatore.

Imballaggio terziario

L’imballaggio terziario viene spesso identificato come imballaggio per merci sfuse o imballaggio di transito.

Viene principalmente utilizzato per trasportare un numero maggiore di merci in modo sicuro e protetto fino a destinazione; quindi, riprendendo il nostro esempio, immagina diverse scatole di cereali che arrivano su pallet presso i centri di distribuzione.

Questa tipologia di imballaggio facilita:

1) la movimentazione;

2) l’immagazzinamento;

3) la spedizione di merci come unità singole e autonome.

 

Spesso, l’imballaggio terziario è rivestito da diverse scatole di cartone raggruppate insieme con una pellicola elastica, comunemente noto come estensibile, per evitare che l’imballaggio venga spostato e urtato durante il trasporto.

Nella maggior parte dei casi i consumatori non vedono l’imballaggio terziario, perché spesso viene utilizzato solo per aggiungere un ulteriore strato di protezione all’imballaggio secondario e per raggruppare spedizioni più grandi per immagazzinare e recuperare facilmente le referenze.

 

Abbiamo quindi spiegato, in maniera dettagliata, la differenza tra imballaggio primario, secondario e terziario… E, se sei arrivato a leggere fino a qui, non ci resta che chiederti: Sei alla ricerca di materiale di qualità per proteggere i tuoi prodotti, i tuoi beni personali per traslochi o spedizioni? Se si visita il nostro shop-online oppure contattaci via email per ogni necessità!

Se avete in mente altri metodi e tecniche di decoro fatecelo sapere! Pubblicate alcune foto delle vostre creazioni e taggateci su Facebook e Instagram!

Le sigle stampate sui packaging degli oggetti che utilizziamo ogni giorno sono dei simboli che permettono di riconoscere in modo chiaro ed immediato il tipo di materiale del quale è costituito un oggetto riciclabile. Non tutti i paesi del mondo hanno adottato gli stessi simboli, anche se molto spesso questi si somigliano. Oggi vedremo insieme i codici di riciclaggio (più frequenti) vigenti in Italia.

Il codice del riciclo FOR50 indica il legno.

Gli imballaggi in legno sono soprattutto imballaggi terziari o per il trasporto. La tipologie di imballaggio in legno più usate sono i pallet o le bobine dove si avvolgono i cavi. Il sughero ha invece il codice FOR51. E’ un materiale 100% riciclabile e riutilizzabile e il principale utilizzo che se fa, come tutti sappiamo, è per la realizzazione di tappi.
Il triangolino con PAP20 si riferisce al cartone ondulato, tipicamente usato per scatoloni e imballaggi. Il simbolo PAP21, invece, indica il cartone non ondulato, spesso utilizzato per le confezioni alimentari. I rifiuti con questo simbolo vanno differenziati nel bidone della CARTA.

Il codice del riciclo PS6 indica il polistirolo, il materiale principe della nostra attività e va gettato nella PLASTICA.

 

➡  Tutti gli imballi che riportano la sigla LDPE4 (che sta per LOW DENSITY POLIETILENE) sono differenziabili nella plastica, così come i suoi fratelli HDPE (che indica imballaggi High Denstiy Polietilene) e PE (che indica imballaggi in Polietilene).
Alcuni esempi di imballaggi con cui lavoriamo, che riportano la sigla LDPE sono: lacci per legatura, film per fogli, film per buste, film per bobine, estensibili manuale, bocciare standard.

 

Tutti gli imballi che riportano la sigla HDPE2 (che sta per HIGH DENSITY POLIETILENE) sono differenziabili nella plastica, così come i suoi fratelli LDPE (che indica imballaggi High Denstiy Polietilene) e PE (che indica imballaggi in Polietilene). Alcuni esempi di imballaggi con cui lavoriamo, che riportano la sigla HDPE2 sono: polietilene accoppiato, cartone e bocciolare accoppiato.

Ricordatevi sempre di verificare le disposizioni del vostro Comune per la gestione dei rifiuti!

La manifestazione è giunta alla sua seconda edizione e punta sempre più in alto! Pesaro Challenge si svolge a Pesaro, Città Europea dello Sport, Capitale Europea della Cultura 2024.

Tre giorni ricchi di Sport e tanta energia nella bellissima cornice del lungomare cittadino, dalla Palla di Pomodoro a Baia Flaminia con tantissime iniziative. Sarà possibile fare sport in libertà, partecipare a lezioni, provare tante nuove discipline, gustare street food, in un ambiente che punta al benessere.

La manifestazione avrà come sede principale Piazzale della Libertà, nel Villaggio Pesaro Challenge cuore pulsante dell’evento, ma si svolgeranno tantissime attività anche nel lungo mare, al Campo di Marte e sul monte San Bartolo con intrattenimento e un programma tutto da scoprire come:

Attività a 6 Zampe, 1° Plogging, giro accompagnato in Mountain Bike, Trekking sul San Bartolo, Gara di Nuoto in acque libere, Moto Terapia, Marcia e Nuota, Vela e Canoa, Torneo Calcio inclusivo, Mini Volley, Tennis, Arrampicata, Baseball, Laboratori interattivi. Scherma laser, Atletica con prove di sprint, in pista con Carrera Toys, Balla con noi… e molto ancora.

Poliplast, credendo nei valori che questa manifestazione vuole trasmette, ha deciso di collaborare nuovamente all’evento con un suo contributo unico!

Noi di Poliplast abbiamo già realizzato e progettato totem in polistirolo da esporre durante l’evento, la scritta “Pesaro Challenge” gigante, di quasi 8 metri di lunghezza, da esporre sul palco principale della manifestazione… ma quest’anno abbiamo aggiunto ulteriori elementi per rendere la manifestazione ancora più unica! I nuovi elementi realizzati sono:

  • nr. 2 podi per le premiazioni
  • nr. 2 backdrop per l’esposizione degli sponsor principali
  • nr. 2 loghi “Pesaro Challenge” in formato ridotto da trasportare facilmente
  • nr. 2 Totem Poliplast per mostrare a tutti di cosa siamo capaci!

Tutti gli elementi sono stati realizzati mantenendo un’immagine visiva coordinata con i loghi ufficiali della manifestazione! Sarà inoltre nuovamente presente il totem di LeoMarameo, in versione detective, realizzato da Poliplast per Escudo ASD.

Vi invitiamo a cercare, e a fotografarvi, assieme alle nostre creazioni all’interno della manifestazione, che si terrà il 2-3-4 Settembre 2022!

scopri di più con la brochure dell’evento! Clicca qui per scaricarla (inserire pdf da scaricare)

Per favorire la riduzione dell’impatto ambientale, nella filiera del polistirolo, Poliplast utilizza un compattatore per ridurre il volume degli scarti prodotti dalla rifilatura dei blocchi e durante il processo di lavorazione e produzione prima di cederli ai riciclatori.

Bisogna sapere infatti che, la gestione degli scarti di produzione, non è solamente un problema ambientale ma anche economico dato che, il loro smaltimento costa e l’EPS (polistirolo) è inserito tra le categorie di materiali che pagano un contributo più alto al Conai.

D’altro canto, lo stoccaggio degli scarti in azienda occupa molto spazio prezioso, rendendo difficile la logistica.

Ed è a questo punto che entra in gioco il compattatore: i vari scarti di produzione (sfrido, elementi danneggiati, etc) vengono inizialmente triturati finemente da delle lame, il prodotto ottenuto è poi convogliato in un “silos”, direttamente collegato alla macchina, che riceve il materiale per caduta compattando il tutto in blocchi a forma di parallelepipedo.

I blocchi vengono quindi collocati su bancali pronti per essere ceduti ai riciclatori che li trasformano in granuli di materia prima seconda, per tornare nel ciclo produttivo in ottica di economia circolare; infatti dal polistirolo pressato è possibile ottenere anche:

penne (tipo Bic)

solette per le scarpe

oggettistica per la scuola come righelli, goniometri, etc (quelli trasparenti sono in plexiglass)

nuovi blocchi di polistirolo da reinserire nel ciclo produttivo

 

Esistono due tipologie di polistirolo pressato: la prima è quella più “pura” ed è composta da bancali di polistirolo bianco, la seconda è detta Floreale ed è composta da blocchi di polistirolo misto come bianco, azzurro e nero grafitato.

Lo sapevi che, il polistirolo, è un ottimo alleato contro la muffa delle pareti di casa?

Devi infatti sapere che, più un ambiente è isolato, maggiore è la temperatura interna delle pareti e minore è il rischio che si sviluppino muffe.

Nei vecchi edifici adeguatamente isolati, il polistirolo porta un significativo miglioramento del clima interno e a una riduzione delle spore di muffa.

Il fenomeno della muffa ha una semplice spiegazione fisica: l’aria calda assorbe molta più umidità rispetto all’aria fredda.

Per esempio, l’aria con una temperatura intorno ai 20 °C, e una umidità del 60 %, contiene tanti g/m3 di vapore quanto l’aria con una temperatura di 15 °C e un’umidità del 80 %.

Come ben sappiamo le pareti esterne e le superfici delle finestre tendono sempre ad essere un po’ più fredde; l’aria calda presente nell’ambiente interno si raffredda in prossimità di questi elementi, incrementando così l’umidità relativa dell’aria; gli edifici scarsamente isolati sono quindi sempre vulnerabili alla muffa!

Per garantire l’eliminazione dell’umidità nelle varie stanze bisogna garantire un adeguato ricambio d’aria. Ciò avviene grazie alla ventilazione tradizionale con finestra, per un breve o lungo periodo (“A casa adda piglià aria!” ci.t) oppure con ventilazione domestica controllata.

Le abitazioni ben isolate offrono a chi ci vive eccellenti livelli di comfort. La temperatura della superficie interna della parete è vicina alla temperatura interna, anche quando fuori è molto freddo. Ad ogni modo, i ponti termici dovrebbero essere evitati sia in fase di progettazione che in caso di gestione e installazione dei vari materiali. Le Linee Guida di Lavorazione del Gruppo Qualità per i sistemi di isolamento termico dovrebbero essere applicate durante la gestione dei sistemi compositi di isolamento termico.

Sei alla ricerca di polistirolo per realizzare il tuo cappotto? Rivolgiti a noi di Poliplast! Sapremo guidarti e consigliarti al meglio in base alle tue esigenze; dai un’occhiata qui per scoprire anche i vantaggi del polistirolo nero graffitato in edilizia.

Stiamo ultimando il processo di aggiornamento dell’etichettatura che identifica la nostra merce. Ma perché serve una nuova etichetta?

Semplice! Aggiornando le nostre etichette per rispettare la normativa secondo il D.lgs.n. 116/2020 che indica:

 

Tutti gli imballaggi devono essere opportunamente etichettati secondo le modalità stabilite dalle norme tecniche UNI applicabili e in conformità alle determinazioni adottate dalla Commissione dell’Unione Europea, per facilitare la raccolta, il riutilizzo, il recupero ed il riciclaggio degli imballaggi, nonché per dare una corretta informazione ai consumatori finali degli imballaggi.

l’obbligo di indicare, ai fini della identificazione e classificazione dell’imballaggio, la natura dei materiali di imballaggio utilizzati, sulla base della decisione 97/29/CE della Commissione”

L’obbligo prevede, da parte nostra, di inserire nella nuova etichettatura i riferimenti necessari secondo le Norme Tecniche Uni applicabili, al fine di agevolare la raccolta, il riciclo, il recupero e informare il consumatore sulla corretta gestione di possibili rifiuti derivanti dagli imballaggi utilizzati.

Sembra un processo semplice tuttavia, per noi di Poliplast, non è immediato visto che abbiamo etichette personalizzate per ogni nostro cliente; stiamo quindi ultimando il processo di aggiornamento di tutte le nostre etichette.

Per facilitare la comprensione del riciclo e recupero della nostra merce lasciamo, qui di seguito, una tabella sempre consultabile con la codifica alfanumerica degli imballaggi che vi vengono forniti:

Qui di seguito invece lasciamo in esempio un’etichetta nuova completa:

Mentre qui potete trovare le singole etichette che applichiamo, in ogni bancale ordine, durante la fase di transizione e aggiornamento dell’etichettatura oltre all’etichetta standard.

 

Per qualsiasi dubbio o necessità rimaniamo a vostra disposizione.

Telefono +39 0721 491969
Fax +39 0721 472786
Email: info@poliplastpolistirolo.it

Vi siete mai chiesti come funziona la produzione in Poliplast? Come viene gestito un’ordine e che tipologie di lavorazioni? Ecco in questo articolo elencheremo, passo dopo passo, qual è il ciclo di vita di un’ordine all’interno della nostra azienda.

1) Tutto ha inizio in ufficio dove riceviamo le vostre richieste email e telefoniche; i clienti abituali, che richiedono la stessa tipologia di materiale o prodotti standard vengono subito visionati dal nostro staff che controllano la fattibilità dell’ordine nei tempi richiesti. I nuovi clienti e le richieste di lavorazione personalizzate vengono messe in coda per essere visionate il prima possibile dallo staff dell’ufficio e dai tecnici della produzione; in seguito verrete ricontattati per email e telefonicamente per ricevere il preventivo a voi dedicato.

2) Quando l’ordine è stato visionato dai voi e dal nostro staff, che si tratti di lavorazioni su misura o standard, riceverete una mail dall’ufficio con oggetto “conferma d’ordine”; è importante controllare sempre che, questa email, vi sia arrivata perché è lei che stabilisce il passaggio dell’ordine dall’ufficio alla produzione.

3) A questo punto l’ordine viene portato in produzione ed entra ufficialmente nel ciclo produttivo:

   A) Se l’ordine riguarda buste ferramenta, bobine di pluriball, cartene, etc viene portato direttamente alla postazione del nostro tecnico che ha un’area e magazzino dedicata per la produzione di questi materiali

   B) Se l’ordine riguarda il polistirolo gli addetti alle taglierine, macchine addette al “primo” taglio del materiale, si occupano di prendere la materia prima (che si presenta in blocchi alti 4mt) e di sezionare il blocco in base agli elementi da realizzare.

   C) a questo punto avviene una prima divisione del prodotto:

         I) se dobbiamo realizzare dei tamponi (figure semplici) il materiale prosegue il ciclo di taglio nella macchina successiva. Verrà poi inserito in appositi bancali o
carrelli in base alle richieste del cliente, etichettati e chiusi.

         II) se il materiale tagliato serve come “blocco base” per realizzare elementi sagomati o fresati il polistirolo viene portato al macchinario e tecnico addetto alla
lavorazione. Il pantografo è un macchinario che permette di realizzare elementi sagomati passanti, sfruttando un filo riscaldato con differenti inclinazioni, velocità e movimenti di tappeto del macchinario. La fresatrice invece è una macchina che permette di realizzare lavorazioni anche non passanti; essa infatti sfrutta degli utensili che permettono di scavare il polistirolo nella forma desiderata. A termine lavorazione, i prodotti realizzati, saranno inseriti in appositi bancali o carrelli in base alle richieste del cliente, etichettati e chiusi.

4) Una volta che il materiale è pronto viene stoccato nel nostro magazzino e preparato per la spedizione o ritiro da parte del cliente

5) A questo punto il foglio con l’ordine ritorna in ufficio con indicate: le quantità prodotte per ogni pezzo, indicazioni di produzione per il cliente e possibili problematiche o imprevisti da risolvere (internamente o con il cliente in base alle caratteristiche del prodotto richiesto)

6) Ora che l’ordine è tornato in ufficio, il nostro staff, provvederà a contattarvi per comunicarvi che l’ordine è pronto per il ritiro\spedizione e preparerà tutti i documenti del caso

Ovviamente qualche imprevisto, complicazione o cambio di direzione può sempre succedere… specialmente con gli ordini combinati con materiali differenti che hanno una gestione più elaborata; tuttavia quelli sopra elencati sono, in sintesi e semplificati, tutti i punti chiave che stabiliscono il ciclo vitale di un’ordine all’interno di Poliplast.

Dal mese di Settembre 2021, una volta alla settimana, abbiamo svelato uno ad uno tutti i nostri dipendenti, le loro mansioni ed interessi.

Ti sei perso qualcuno? Sei curioso di conoscerci meglio?

Non ti preoccupare in questa pagina avrai la possibilità di scoprirci, o riscoprirci, uno ad uno nel dettaglio!

Gabriella

Sono socia di Poliplast s.a.s. e mi occupo dell’amministrazione dell’attività.
Lavoro in Poliplast dal 2000 con dedizione e serietà per accontentare tutti i miei clienti.

Carlo

Sono socio e responsabile produzione, ma non solo! Mi occupo anche della logistica e trasporto della merce.

Lavoro in Poliplast da 21 anni con tutto me stesso!

Lorenza

Sono operatrice CNC, addetta alla taglierina, in Poliplast da 29 anni! Lo ammetto: attendo con ansia la pensione! Ma posso già dire che lavorare in Poliplast è una grandissima soddisfazione per me!

Antonio

Sono operatore CNC, addetto al pantografo, disegnatore tecnico e lavoro in Poliplast da 21 anni! Una mia grande passione, al di fuori del mondo lavorativo, è la fotografia Puoi vedere alcune delle mie foto qui

Romina

Sono operatrice CNC, autista addetta alle consegne e lavoro in Poliplast da 20 anni! Fuori dal lavoro sono anche una dottoressa… e che dottoressa! Lavoro insieme a T’immagini Onlus per portare l’allegria con la clownterapia.

 

Valentina

Sono dipendente Poliplast dal 2018 e mi occupo dell’amministrazione aziendale! Sono super energica e travolgo tutti con la mia allegria!

Diego

Sono dipendente dal 2019 e sono operatore CNC e disegnatore; mi occupo anche della parte social dell’azienda, di questo sito e del nostro shop online oltre che relazioni per collaborazioni e sponsorizzazioni. Ho molti interessi e passioni come foto, video, design, robotica e tanto altro! Se vuoi seguirmi e scoprire di più su di me visita il mio profilo instagram